martedì 14 febbraio 2012

BULIMIA O SINDROME DA VOMITING?

ANORESSIA, BULIMIA NERVOSA, YO-YO, BINGE EATING, VOMITING
Si può pensare 24 ore su 24 al cibo?
Si può riuscire a digiunare per giorni per poi abbuffarsi?
Si può avere la compulsione ad abbuffarsi per poi andare a vomitare?
La risposta è SI!
Spesso la Bulimia viene confusa con la sindrome da Vomiting. Quali sono le differenze?
  • BULIMIA NERVOSA
E' un disturbo che porta a ingurgitare grandi quantità  di cibo tramite abbuffate, che rappresentano delle vere e proprie perdite di controllo.
 La persona, per paura di ingrassare adotta una serie di condotte tese a ridurre i danni di tale compulsione irrefrenabile (diuretici, digiuno, lassativi, vomito autoindotto, esercizio fisico prolungato)! 
Non tutti i bulimici utilizzano tali espedienti, alcuni si lasciano andare al piacere delle abbuffate raggiungendo un sovrappeso ben visibile (Binge eating).
Altri alternano periodi di abbuffate a periodi di restrizione calorica controllata! In pratica sono le persone che nel giro di tre mesi sono ingrassati e di nuovo dimagriti di 10 kl ottenendo, sul prorpio corpo, il cosiddetto effetto yo-yo o a fisarmonica.
  • SINDROME DA VOMITING
E' la persona che ha cominciato a vomitare per evitare di ingrassare con un piccolo passaggio in più: non solo l'abbuffata ma anche il vomito sono diventati una compulsione irrefrenabile! All'inizio la persona ha l'illusione di aver trovato un modo eccellente per godere di tutto il piacere del cibo senza ingrassare ma ben presto arriva a crearsi un vero e proprio disturbo ossessivo compulsivo! Alcuni svuotano qualunque cosa hanno in casa, altri spendono tantissimi soldi per cibo ottimo da mangiare e vomitare. Il disturbo, dopo qualche mese comincia non solo a recare gravi danni alla salute della persona ma anche a limitare molto la vita relazionale, lavorativa e sociale.
Si tratta del disturbo alimentare attualmente più diffuso, che si sviluppa di frequente come evoluzione dell' Anoressia o della Bulimia, e che, da un punto di vista fisiologico, provoca conseguenze più dannose e definitive.
"Ogni cosa ripetuta un certo numero di volte diviene un piacere", scrive Henry Labori e in questo caso il piacere non deriva dal mangiare in sè, ma dalla sequenza-rituale del mangiare per poi vomitare.

Quali sono le finalità dell'intervento psicologico?
Le finalità dell'intervento psicologico sono quelle di far acquisire alla persona la capacità di evitare di cadere nella trappola della compulsione e di aiutare la stessa a scoprire ciò che per lei è realmente piacevole.
L'obbiettivo è giungere al completo superamento del problema, per scacciare definitivamente il "Demone rapitore" ed essere liberi di riscoprire le proprie passioni e i piaceri reali.


Bibliografia: G. Nardone, M.D. Selekman (2011): "Uscire dalla trappola". Abbuffarsi vomitare torturarsi: la terapia in tempi brevi. 
Caruso R., Manara, F. (1997). I disturbi del comportamento alimentare. Milano: Angeli.

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