Che cos'è l'ipocondria? Quali sono le cause? Come funziona il problema?
Cos’è
l’ipocondria? L’ipocondria è caratterizzata dalla preoccupazione legata alla
paura o alla certezza di avere una malattia grave.
“L’auto-diagnosi” nasce dall’errata interpretazione di sintomi fisici.
Il paziente ipocondriaco dedica molto tempo alla ricerca di conferme della propria patologia immaginaria: è solito monitorare il proprio corpo ( respiro, battito cardiaco, mal di testa, colorito ecc), documentarsi tramite testi e/o internet, chiedere rassicurazioni mediche, parlarne con parenti e amici.
Il paziente ipocondriaco dedica molto tempo alla ricerca di conferme della propria patologia immaginaria: è solito monitorare il proprio corpo ( respiro, battito cardiaco, mal di testa, colorito ecc), documentarsi tramite testi e/o internet, chiedere rassicurazioni mediche, parlarne con parenti e amici.
In
quale trappola mentale è caduta la persona? La ricerca
continua di variazioni corporee lo porterà inevitabilmente a registrare minimi
cambiamenti che, lo ricondurranno nella convinzione di essere malato. Come
sostiene Nardone (2003) “la
trappola in questo caso è del tipo chi cerca trova. Infatti, di solito
l’eccesso di attenzione ai segnali del proprio organismo fa trovare gli
indicatori di alterazione che poi spaventano. Il fenomeno paradossale tipico
dell’attacco di panico, cioè il tentativo del controllo che fa perdere il
controllo, trova in questo caso la sua più conclamata espressione”.
Qual
è il circolo vizioso che mantiene il disturbo? Con internet ha
la possibilità di avere un quadro completo dei sintomi su cui concentrarsi e,
una volta trovati, la spiegazione sulla patologia corrispondente.
È a questo punto che l’ipocondriaco si rivolge al medico e scopre di non avere conferma alla sua diagnosi. L’effetto tranquillità dura ben poco: dapprima ipotizza l’incompetenza del professionista poi, si interroga sulla possibilità di non averlo consultato per la giusta patologia. Molto spesso rifiuta il consiglio di affacciarsi ad una terapia psicoterapica perchè la paura di avere una patologia e l’idea di essere l’unico a preoccuparsene, lo spinge a non perder tempo e a rimettersi “a lavoro”. Da qui il circolo vizioso per cui rimette in moto il meccanismo della ricerca convinto di poter trovare la soluzione per placare le sue paure. Le relazioni familiari e lavorative del soggetto vengono inevitabilmente compromesse; l’ipocondriaco si sente incompreso e chi gli sta intorno esasperato dalle continue ricerche e richieste di rassicurazione. L’ipocondria, con il protrarsi del tempo, porta il paziente ad avere delle vere e proprie somatizzazioni causate dall’eccessivo stress a cui il corpo viene sottoposto.
È a questo punto che l’ipocondriaco si rivolge al medico e scopre di non avere conferma alla sua diagnosi. L’effetto tranquillità dura ben poco: dapprima ipotizza l’incompetenza del professionista poi, si interroga sulla possibilità di non averlo consultato per la giusta patologia. Molto spesso rifiuta il consiglio di affacciarsi ad una terapia psicoterapica perchè la paura di avere una patologia e l’idea di essere l’unico a preoccuparsene, lo spinge a non perder tempo e a rimettersi “a lavoro”. Da qui il circolo vizioso per cui rimette in moto il meccanismo della ricerca convinto di poter trovare la soluzione per placare le sue paure. Le relazioni familiari e lavorative del soggetto vengono inevitabilmente compromesse; l’ipocondriaco si sente incompreso e chi gli sta intorno esasperato dalle continue ricerche e richieste di rassicurazione. L’ipocondria, con il protrarsi del tempo, porta il paziente ad avere delle vere e proprie somatizzazioni causate dall’eccessivo stress a cui il corpo viene sottoposto.
“La persona costruisce, mediante gli effetti della sua fissazione fobica, ciò che poi subisce. Il virtuale diviene reale”(Nardone, 2003). Una tale impostazione sembra possedere inoltre le caratteristiche della profezia che si autodetermina: “Una profezia che si autodetermina è una supposizione o previsione che, come risultato di averla supposta, causa l’avverarsi dell’evento atteso o previsto e così conferma la propria esattezza”(Watzlawick,1988).
Istituto per la Ricerca in Psicoterapia